Quanto è difficile sganciarsi da certe relazioni, che siano tra partner, tra madre/padre-figlio o tra fratelli?
A volte, per quanto ci si possa impegnare, o lo si possa desiderare, mettere confini o punti può risultare davvero difficile.
Iniziare a muoversi, senza orbitare più intorno alla persona in questione con quella assiduità, con quel controllo o senso di colpa per il desiderio di soddisfare bisogni diversi dall'altro, può sembrare per alcuni impensabile e irraggiungibile.
C'è chi fatica in questo processo e i sentimenti di rabbia e di sconforto spesso ne rappresentano un segnale.
Stiamo parlando di persone invischiate, eccessivamente coinvolte emotivamente, eccessivamente vicine all’altro a discapito della loro individualità guidate spesso dalla convinzione che l’altro non sarà in grado di sopravvivere né di essere felice senza il suo supporto costante.
Pensiamo, per esempio, a quei genitori che hanno legato la propria felicità e realizzazione unicamente al ruolo genitoriale; pensiamo a quanto possa essere faticoso per loro fare un passo indietro, riconoscere che ad un certo punto non si è più necessari. O al partner che ha investito tutti i suoi bisogni nel proprio compagno, a tal punto da sentire, in una ipotetica mancanza o rottura, tutto lo sfaldamento del proprio sé, come se l'altro fosse il complemento di qualcosa di importante e indispensabile senza il quale non sarebbe possibile riconoscersi e andare avanti.
Le persone invischiate emotivamente possono spesso sentire rabbia nei confronti dell’altro, percepito soffocante, controllante, invadente, privo di confini sani e non in grado di accettare desideri e bisogni diversi dai propri; ma possono anche sentire colpa al solo pensiero di allontanarsi, di mettere confini, esprimere bisogni.
Nel vissuto e nella narrazione di queste persone, che non si sentono libere e che hanno sviluppato uno schema maladattivo di questo tipo (Schema di Invischiamento), spesso troviamo:
- un’eccessiva preoccupazione da parte della famiglia, che si sente minacciata dalla crescita o dai cambiamenti del paziente.
- Ricatti emotivi per mantenere lo status quo.
- Un forte bisogno di chiedere il «permesso» alla famiglia/al partner.
- Difficoltà e stress elevato nel prendere delle decisioni.
- Senso di lealtà esagerato
- Confusione tra «segretezza» e «privacy».
- Difficoltà nel differenziare le proprie emozioni da quelle della famiglia o del partner.
A causa dell’invischiamento, distinguere sé stessi dall’altro diventa difficile, se non addirittura impossibile. Ne consegue la sensazione di essere sminuiti come persona -ci si sente come una persona a metà. Spesso è proprio questo il punto, la sensazione di non bastarsi, di non essere abbastanza, di non completezza che spesso guida le esistenze di queste persone, condizionandone le scelte, i comportamenti e i vissuti.
Tutto questo rappresenta l'effetto, la conseguenza di qualcosa che ha a che fare con i significati che abbiamo costruito nel corso del tempo su di noi e sugli altri, con le mancanze che abbiamo sentito.
Tra le cause e i fattori troviamo:
- Caregiver fragile
- Caregiver esigente o autoritario
- Bambino molto sensibile, accudente e intuitivo.
- Bambino che risulta in qualche modo «speciale».
- Bambino privato del suo ruolo di bambino per provvedere in qualche modo al caregiver.
- Dinamiche tossiche relative al caregiver, che potrebbero includere dipendenze.
- Dinamiche che inducono il bambino a credere che il mancato soddisfacimento dei bisogni del caregiver potrebbe avere conseguenze negative o addirittura catastrofiche.
Proviamo a rispondere a queste domande, riflettiamoci sopra: ma io dove ho imparato a sentirmi non abbastanza, a sentirmi così come mi sento oggi quando accadono certe situazioni? Quali bisogni ho investito nella relazione? Quali bisogni sto cercando di riscattare in questo ruolo, in questo legame? Dove ho imparato a pensare che senza di me l’altro non può andare avanti….
Le risposte a queste domande possono essere diverse, a seconda della storia personale di ognuno ma possono aprire la strada a quella libertà, a quell’autonomia a quella completezza tanto desiderata!
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