Siamo costantemente inseriti in una rete di rapporti sociali in cui è necessario mediare tra le nostre esigenze, bisogni, desideri e quelle degli altri.
Le difficoltà relazionali con il proprio partner sono spesso il risultato di una scarsa o difficile comunicazione.
Silenzi prolungati,”muri emotivi invalicabili”, attacchi di rabbia, sottomissione sono solo alcuni dei segni evidenti di una difficoltà di comunicazione.
Segni che evidenziano un disagio personale e interpersonale.
Spesso alla base di una difficoltà nel comunicare, da un lato c’è il timore di non venire compresi, perché spesso così è avvenuto o comunque così si è percepito, dall’altro lato c’è il timore dello scontro fino a quello estremo di poter essere abbandonati.
Di fronte a questi timori e credenze legate a se stessi e al rapporto con gli altri in genere vengono adottati tre tipi di comportamenti o coping disfunzionali:
- la resa
- l’evitamento
- il contro attacco
La resa è quel tipo di comportamento dove tutto è possibile e tollerabile, dove è difficile dire di no, e affermare se stessi.
Condannati così da soli alla passività perché timorosi della reazione dell’altro, non sappiamo reggere lo scontro, ogni nostro bisogno emotivo viene ignorato.
Il comportamento di evitamento è costituito principalmente di silenzi e fughe dal partner compensati da distrazioni varie. Si cerca cioè di evitare o ridurre al minimo indispensabile i contatti con il partner sia fisici che emotivi.
Purtroppo il “non parlare” non rappresenta di certo una soluzione al disagio comunicativo sia che si manifesti come resa (forma passiva) sia come evitamento (fuga ).
Infatti non parlando si finisce per non comunicare i propri bisogni emotivi, rischiando di accumulare rabbia e rancore che nel tempo possono diventare sentimenti esplosivi e nocivi anche per la salute fisica.
Il contro attacco invece come stile di comportamento è costituito da atteggiamenti aggressivi in cui si cerca di prevaricare l’ altro perché lo si può avvertire come una minaccia.
Questi tipi di comportamenti in ambito comunicativo vengono appresi nel corso della vita come strategie di sopravvivenza rispetto a dei timori sottostanti che andrebbero esplorati mediante un percorso psicoterapeutico.
Il primo passo che possiamo già fare è osservare che tipo di comportamento mettiamo in atto.
L’auto-osservazione è una tecnica molto efficace che permette di cogliere cosa sta accadendo dentro noi stessi, quindi cosa sentiamo, cosa pensiamo, cosa siamo spinti a fare in quel momento. Osservando il processo possiamo già acquisire la consapevolezza e l’ abilità per non agire in modo impulsivo.
di Katia e Sara Santarelli
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Bibliografia:
SCHEMA THERAPY La terapia cognitivo-comportamentale integrata per i disturbi della personalità
Jeffrey E.Young, Janet S. Klosko, Marjorie E. Weishaar
Edizione italiana a cura di Alessandra Carrozza, Nicola Marsigli e Gabriele Melli
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