Quante volte capita di pensare cose di questo tipo “non sei amabile…la vita non ha senso…c’è qualcosa di sbagliato in te, dovresti vergognarti…sei cattivo” magari in relazione ad eventi dolorosi … e quando questo succede, non importa quanto siamo intelligenti o quanto abbiamo fatto di importante o grandioso fino a quel momento, abbiamo bisogno di sapere come mettere i freni mentali.
Perché quando le cose ci entrano in testa, come un giudizio o altro, è un problema!
Come si fa a non pensare a certe cose?
Siamo in grado di controllare, abbassare il volume dei nostri pensieri? Dove sono i freni della nostra mente, di questo meraviglioso dispositivo, che se da un lato ci permette di fare grandi cose, risolvere problemi, prevedere, pianificare, valutare, astrarre o creare, dall’altro, se non adeguatamente gestita, non ci permette di vivere nella direzione dei nostri valori e dei nostri reali bisogni portandoci nella direzione sbagliata. E quando lo fa dobbiamo sapere come rallentarla e metterle dei freni. Centinaia di studi scientifici sulla Relation Frame Theory e quasi 1.000 sull’Acceptance Commitment Therapy offrono alcuni spunti su come orientarci in questa direzione, come utilizzare i freni della nostra mente:
- Guardare il susseguirsi dei pensieri come un processo, con un senso di osservazione parziale, come guardare le nuvole che attraversano il cielo; stiamo parlando di acquisire una pratica contemplativa dei pensieri. Fate pratica e ne accoglierete il senso. Quale? Qui c’è il freno: guardate la vostra mente fare il proprio lavoro con un senso di distanza e di spassionata curiosità. Non prendete per buoni i pensieri, per verità assolute e non guardate il mondo attraverso di essi ma osservate il processo di pensiero in corso e questo è ciò che si fa quando si contempla e si medita, questo mette i freni, è come guardare un ragno tessere una tela, una piccola rete cognitiva; osservate con interesse!
- Date un nome alla vostra mente: se ha un nome è diversa da voi, potete ascoltarla con un senso di distanza e guardarla chiacchierare e fare alcune scelte. Avete intenzioni di farvi guidare da lei? A volte dà buoni consigli, a volte no. Non è necessario discuterci, farla smettere di parlare, né farle cambiare opinione. Quando state avendo un pensiero doloroso, riconoscete che si tratta della vostra mente che vi parla e quando scegliete di farvi guidare dai vostri pensieri, fatelo sulla base del vostro cuore e dei vostri valori e di ciò che funziona in quella situazione, e non sul pilota automatico. Si tratta di ottenere un po’ di distacco. Rallentate in modo da poter fare delle scelte.
- Provate a concentrarvi sull’effetto che fa ascoltare quel tipo di pensiero disturbante con la voce di voi bambini, perché alcuni di questi pensieri, di queste valutazioni probabilmente sono presenti sin da quando siete piccoli e allora immaginate voi stessi più giovani che potete, mentre avete un pensiero che abbia a che vedere con valutazioni negative su di voi, e prendete del tempo per ricordare che aspetto avevate a quell’età, e poi immaginate quelle parole, uscire con la voce di quel bambino: questo vi permetterà di far emergere il genere di atteggiamento gentile e compassionevole con voi stessi.
Stiamo parlando di come imparare a trattare con una tigre del linguaggio e di guidarla senza che vi getti giù dal burrone.
Assumete un atteggiamento compassionevole e gentile con voi stessi e guardate quel piccolo ragno mentale fare il suo lavoro con un’attitudine di curiosità spassionata.
Lasciate che la vostra mente faccia ciò che fa, ma quando vi sta spingendo nella direzione sbagliata, ricordatevi dei freni che potete utilizzare. Perché i freni mentali evitano i crolli mentali.
di Katia e Sara Santarelli
Bibliografia:
La trappola della felicità di Russ Harris Erickson, 2010
ACT di S. Hayes, K.Strosahl, K. Wilson Raffaello Cortina Editore2015
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